Il mercato della birra, per quanto sia variegato e in continua espansione, è dominato da un numero ristretto di paesi che da soli producono quasi la metà di tutta la birra imbottigliata nel mondo.
Stiamo parlando nello specifico di cinque grandi produttori di birra, leader del settore. Al primo posto in assoluto troviamo la Cina con 360 milioni di ettolitri venduti sul mercato, seguita da Stati Uniti, Brasile, Messico e infine dalla Germania, prima in Europa.
Nonostante il calo della produzione dovuto al Covid-19, il 2022 ha rappresentato un anno positivo per il settore birrario mondiale. Vediamo quindi più nel dettaglio le tendenze del mercato.
L’influenza dei grandi produttori sul mercato e sulle tendenze birrarie
Come abbiamo accennato, i cinque paesi maggiori produttori di birre hanno una grande influenza nel settore visto che assorbono la metà della produzione globale. La produzione, inoltre, è dominata dalla presenza di poche grandi industrie affiancate da tanti birrifici di dimensioni più contenute.
L’Europa, che ha un tradizione birraria di lunga data, rimane prima nei consumi, anche se con trend in calo. Gli Stati Uniti e l’Oceania si mantengono mercati solidi mentre l’America Latina mostra un andamento in crescita continuo. L’Africa rappresenta un mercato secondario ma con grosse prospettive di sviluppo nel prossimo futuro. Il caso più interessante è quello dei paesi asiatici, come la Cina e il Giappone, in cui l’export fa da padrone: nonostante i modesti consumi pro capite si attestano leader nella produzione di birra.
Quando si tratta di tendenze nel settore brassicolo, poi, l’influsso dei grandi produttori e della Germania in particolare si fa sentire in modo incisivo. Al Beer&Food Attraction, fiera della birra che riunisce l’offerta nazionale e internazionale, ritornano le Rauch o Rauchbier, le famose lager tedesche affumicate. A livello nazionale si conferma anche il successo delle IGA (Italian Grape Ale) che nascono dalla commistione di malto e uva, una scommessa tutta italiana.
Analizziamo adesso le caratteristiche della produzione di birra per paese per avere un quadro più completo sul mercato internazionale.
La rinascita dell’industria della birra artigianale negli Stati Uniti
Birra artigianale e Stati Uniti sono ormai un connubio di gran successo. Secondo i dati della Brewers Association del 2022, l’associazione dei birrai che raccoglie i birrifici artigianali indipendenti statunitensi, i piccoli produttori di birra hanno prodotto quasi 25 milioni di barili di birra e la loro quota di mercato è incrementata rispetto all’anno precedente.
Cifre positive sono confermate anche dalla crescita del numero dei birrifici artigianali, arrivato al suo massimo storico (9552), di cui oltre 2000 microbirrifici. Il basso tasso di chiusura di queste realtà rispecchia la richiesta stabile di birra locale dal sapore autentico e pieno.
Possiamo dire che il mondo birrario americano riflette le peculiarità del paese stesso: tante tradizioni europee ereditate ma rivisitate per creare prodotti inediti e unici. Protagonista indiscusso del settore brassicolo degli USA è il luppolo, l’arte della birra è passata infatti soprattutto da stili come l’Indian Pale Ale e dalle luppolate in generale. La reinterpretazione americana dell’IPA è proprio l’American Pale Ale o APA, birra ad alta fermentazione che si distingue per il grande uso di luppoli americani molto aromatici, con un sapore però più agrumato rispetto alle corrispettive inglesi.
Il paese è anche produttore di energiche Strong Ales e Stout, oltre che di tante Sour Ales, Lager Americane e California Common. Insomma, una ricca varietà adatta ad ogni palato.
Brasile: uno dei principali produttori di birra al mondo
Nonostante il Brasile nell’immaginario comune non venga associato al mondo della birra, il paese sudamericano è una delle nazioni emergenti più interessate al settore. Al comando ci sono, come si può facilmente ipotizzare, i grandi colossi industriali. Tuttavia, il fenomeno della birra artigianale sta rivestendo sempre più importanza nel territorio, con più di 600 microbirrifici aperti negli ultimi anni.
Gli stili che riscuotono maggior successo nello scenario carioca sono senza dubbio le tipologie americane come American Pale Ale e Double Ipa. Vanno forte però anche gli stili europei, in particolare di Regno Unito e Germania (Porter, Stout, Imperial Stout, Scotch Ale e Weiss).
Tratto distintivo della produzione brassicola brasiliana è l’utilizzo della frutta di diversi tipi, sempre più impiegata dai mastri birrai locali. Per esempio, la Cerveja Do Amor del birrificio Bodebrown contiene nella propria ricetta le more mentre Cervejaria Way aggiunge alla sua Gose un raro frutto simile all’arancia, il gabiroba. Tra le birre alla frutta vengono largamente impiegati anche mango e papaya.
Un altro esperimento molto particolare è l’Hop Arabica, blonde Ale di Cerveja Morada con caffè verde. In sostanza, una produzione che raccoglie le nuove sfide del mondo artigianale e si cimenta nella creazioni di birre innovative e fantasiose.
Germania: tradizione ed eccellenza
E se parliamo di birra non possiamo tralasciare la Germania, dove si aggiudica il titolo di bevanda nazionale. La birra è a tutti gli effetti un elemento fondamentale della cultura tedesca e si distingue per la sua qualità elevata e il gusto inconfondibile.
Lo stile di birra più gettonato è la Pils o Pilsener, lager a bassa fermentazione chiara e dal corpo leggero, con forti sentori di luppolo, che occupa ben tre terzi del mercato. Durante il periodo della primavera e in autunno si bevono la Maibock o la Doppelbock, due strong lager dal carattere deciso.
Altra tipologia specifica della Bassa Renania è la Altbier, birra antica ad alta fermentazione prodotta secondo la tradizione: il malto le dona profumo di pane o di frutta secca, mentre spicca il suo aroma di luppolo. Troviamo poi le Weizen (o Weiss), le cosiddette “birre di frumento”, leggere e fresche si caratterizzano per l’accordo perfetto tra note dolci e luppolate. Anche le birre Helles sono molto consumate nel paese: si tratta di birre lager, originarie di Monaco di Baviera, che hanno un gusto morbido di cereale dolce.
Ma gli stili di birra tedeschi sono tantissimi ed è per questo motivo che la Germania può essere considerata un vero e proprio paradiso per gli amanti della birra.
Belgio: varietà di stili e le birre “trappiste”
Le birre belghe sono una certezza per gli intenditori: la loro incredibile varietà, le ricette tramandate da secoli e la maestria ineguagliabile dei birrifici artigianali locali le rendono tra le migliori al mondo.
Il Belgio in particolare è conosciuto per la lunga tradizione secolare delle birre trappiste prodotte dai monaci trappisti, appunto, o sotto il loro controllo diretto. Queste birre devono essere certificate come “Authentic trappist product” e seguire le regole imposte dall’Associazione Internazionale dei Trappisti.
I criteri da seguire sono i seguenti: la birra deve essere prodotta in un’abbazia trappista dai monaci, la produzione deve essere seguita completamente dalla comunità monastica, i ricavi sono diretti al sostentamento dei monaci o alla beneficenza. Ad esse non corrisponde un unico stile ma diversi, come Dubbel, Tripel e Quadrupel.
Oltre le birre trappista, sono molto popolari nel paese le Pilsener, le Ale belghe e le Lambic. Queste ultime hanno un gusto particolare, molto acido, perché sono prodotte attraverso un processo di fermentazione spontanea con lieviti autoctoni, presenti nell’ambiente circostante. Da 3 a 6 mesi vengono considerate “giovani”, mentre dai 2 ai 3 anni “maturate”. Sono servite alla spina e molto raramente imbottigliate.
L’Italia nel panorama mondiale
Negli ultimi decenni l’Italia si sta aprendo strada nel mercato birrario con una produzione molto particolare: l’esplosione dei microbirrifici, che si distinguono per le birre locali, ha condotto le malterie ad un nuovo stile produttivo, tanto da avere terreni che producono in modo esclusivo per determinati birrifici.
I produttori di birra italiani mostrano complessivamente una creatività e una varietà cospicua, forse proprio per via dell’assenza di una tradizione solida. Si producono birre che riprendono i più vari stili internazionali, ma anche con ingredienti e aromi più o meno insoliti (per esempio frutta, castagne, mirra, zenzero e fagioli). In molte realtà l’esperienza della vinificazione è stata usata anche per arricchire il settore brassicolo.
Le birre artigianali italiane sono definite secondo una specifica normativa nazionale, la legge 154 del 2016. Oggi possiamo parlare di un vero e proprio “Made in Italy” che si esprime in nuove tipologie di birra estrose e innovative.
Anche l’Italia, infatti, dal 2015 ha un suo stile, o meglio una tipologia candidata a diventare stile ufficiale, l’Italian Grape Ale. Le birre IGA restituiscono a chi le sorseggia un raffinato incontro tra luppolo e uva e rendono la degustazione un’autentica esaltazione del gusto italiano.
Il nostro viaggio alla scoperta dei più grandi produttori di birre al mondo si è concluso ma tu puoi continuare a esplorare nuovi stili e birrifici sul nostro sito. Sei pronto ad ampliare l’offerta del tuo menu? Lasciati ispirare dalle proposte su Trovabirre!
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